La pasta al pesto è uno di quei piatti che sembrano esistere da sempre nelle nostre cucine e nei menù dei ristoranti italiani. Semplice, profumata, immediata, racchiude in sé una storia fatta di territorio, artigianalità e memoria gastronomica. Ma qual è davvero l’origine del condimento verde più famoso d’Italia? E come può questo racconto diventare un valore per chi lavora nella ristorazione?
Il pesto nasce a Genova, in un territorio dove la natura offre poco spazio ma un’enorme ricchezza aromatica. Il nome deriva dal verbo “pestare”, l’azione simbolica compiuta con il mortaio in marmo e il pestello in legno: un gesto che ancora oggi rappresenta l’autenticità ligure.
Ma per capire davvero questo condimento bisogna tornare molto indietro nel tempo.
Già nell’antica Roma era diffusa una salsa chiamata Moretum, un impasto di erbe, olio, formaggio e frutta secca preparato nel mortaio. Una crema descritta in testi latini che molti storici considerano l’antenata del pesto moderno.
Nei secoli, sulle tavole liguri è poi comparsa un’altra salsa fondamentale: l’agliata, a base di aglio e olio. Economica e saporita, era la preparazione quotidiana delle famiglie costiere, e rappresenta il ponte diretto verso la ricetta odierna.
La prima ricetta ufficiale del pesto compare nel 1836, nel libro La Cuciniera Genovese di Giovanni Battista Ratto. Qui compaiono già gli ingredienti simbolo:
Basilico genovese, piccolo e profumatissimo
Olio extravergine ligure, leggero e fruttato
Pinoli mediterranei
Aglio di Vessalico
Parmigiano Reggiano e Pecorino Sardo
Sale grosso
Il tutto pestato lentamente nel mortaio, per evitare di scaldare il basilico e mantenerne vivo il colore verde brillante.
Quando si parla di pasta al pesto, si parla anche di formati nati per valorizzarlo: trofie, trofiette e trenette. In molte famiglie liguri la ricetta include anche patate e fagiolini, cotti nella stessa acqua della pasta: un piatto completo, nutriente e sorprendentemente contemporaneo.
Oggi il pesto è tra i condimenti italiani più riconosciuti a livello globale.
Nel 2007 Genova ha ospitato il primo Campionato Mondiale del Pesto al Mortaio, un evento che mira a preservare la tradizione e a promuovere la qualità del prodotto originale.
Per chi lavora nella ristorazione, questa storia è un potente strumento di storytelling: la pasta al pesto non è solo un piatto, è una narrazione di territorio, autenticità e cultura gastronomica italiana.
È un piatto riconoscibile e apprezzato, che funziona in ogni fascia di clientela.
Permette di valorizzare ingredienti DOP e raccontare un percorso di filiera.
Offre grande resa visiva: il verde brillante del pesto è perfetto per i social.
È estremamente versatile: dalla versione tradizionale fino alle interpretazioni gourmet.
La pasta al pesto non è solo un condimento: è un pezzo di Italia che arriva in tavola, una storia che parla di gesti antichi, di prodotti del territorio e di sapori che negli anni non hanno mai perso fascino.
E per chi lavora nella ristorazione e cerca qualità costante, resa ottimale e gusto equilibrato, il consiglio è semplice: prova il Pesto Barilla, formulato per garantire intensità aromatica, brillantezza del colore e ottima tenuta in ogni piatto.
Un modo pratico, affidabile e di qualità per portare nel menù un classico intramontabile della nostra cucina.
Sitemap
Ultimi articoli
La pasta al pesto è uno di quei piatti...